
Apro quella busta
incarnato cerulo e
pezzi di cera rossa cadono al suolo
tinti di sfortuna ghiacciati
brandelli di momenti vissuti
s'impongono a fine diseguali
ridotti ad essenza di una memoria
diventata osso
Grazie a Sandro...che ha avuto il coraggio di comporre questa "poesia" con me.
Complimenti a te e a Sandro
RispondiEliminaClelia
Ed io mi perderei in quella busta,diventerei piccoli brandelli di carte per entrarvi, per rivivere ogni cosa,brutta o bella che sia.
RispondiEliminaInfondo la portiamo con noi,quella busta,ma il coraggio di tuffarci dentro,
ancora non l'abbiamo trovato.
Poesia bellissima.
Il coraggio?... Guido
RispondiEliminaMi torna alla mente Montale. Ossi di Seppia. Non recidere forbici quel volto.
RispondiEliminaGrandi. Tutti e tre ... Voi e Montale.
cos'hai detto?
RispondiEliminaHAI DETTO SSSANDROOO?!
Per tutti...ragazzi grazie dei complimenti...Sandro è moooolto più bravo di me...ma questa è una sfida a migliorare e per questo mi diverto a confrontarmi con lui, che dice che c'è fascino nel mio sudare...è proprio un poeta!!!!
RispondiEliminaPer Gigi: ragazzo lo so non si capisce un'emerita cippa...sempre colpa di quel cervello in barattolo...ci farò un post!